elenco schede

L'OpenRU è un sistema informativo per la consultazione dello stato di attuazione delle Aree di Trasformazione (AT, ATt, ATa, ATs) previste dal Regolamento Urbanistico.

Le aree di trasformazione sono porzioni di territorio in cui si prevedono cambiamenti, ad opera sia pubblica che privata, nei prossimi anni.

Il Regolamento Urbanistico ne individua più di 200.

A seguire l'elenco delle schede in cui sono in atto le trasformazioni
 

  • Il complesso “ex Cerdec”, costituito da un insieme di edifici ad uso produttivo attualmente in stato di abbandono e fatiscenza, risulta dismesso ormai da tempo. È situato nel borgo storico di Castello, in un terreno caratterizzato da una leggera pendenza tipico della zona pedecollinare cui appartiene. Nelle immediate vicinanze del complesso sorgono le ville medicee di Petraia e Castello. Il complesso fa parte di una più ampia area produttiva nella quale si svolgono ancora attività lavorative tuttavia il contesto in cui si colloca è prevalentemente residenziale, caratterizzato da edilizia minuta con tipologia “a schiera” e “a corte”, sviluppatasi lungo via R. Giuliani, antico asse viario di ingresso alla città e oggi asse portante della viabilità di penetrazione verso la collina. Per questo motivo l’Amministrazione comunale in accordo con la proprietà del complesso immobiliare ha sospeso la trasformazione proposta con richiesta di Permesso di Costruire che, coerentemente con il PRG previgente, prevedeva un insediamento a destinazione artigianale rinviando al Regolamento Urbanistico una riflessione più attenta sulla complessa situazione. Considerato il delicato contesto e l’inadeguatezza della riproposizione di una zona a destinazione produttiva viene prevista la sua trasformazione in un insediamento residenziale. La nuova destinazione impone il reperimento di spazi e regole insediative diverse pertanto viene consentita la ricostruzione di una parte della superficie utile lorda esistente.

    In corso iter di coordinamento Piano di Recupero

  • Il complesso immobiliare fa parte del tessuto di più recente formazione che ha subìto negli ultimi decenni trasformazioni che hanno accentuato la prevalenza di destinazione residenziale; è inserito nell’isolato compreso tra via delle Gore e via di Quarto, in prossimità del complesso ospedaliero di Careggi. L’edificio principale è stato realizzato su un progetto di Edoardo Detti della fine degli anni ‘60 per la casa editrice “Nuova Italia”. L’immobile è attualmente dismesso per cessata locazione all’Università che lo utilizzava come archivio.

     

  • L’ampio complesso immobiliare è situato nel cuore del nucleo storico, lungo via Bufalini, via de’ Servi, via del Castellaccio e piazza Brunelleschi e si compone di immobili differenti per epoca, tipologia, qualità. Il complesso immobiliare è dismesso dal gennaio 2012, a seguito del trasferimento della sede della Cassa di Risparmio di Firenze a Novoli. La trasformazione prevista è finalizzata a rifunzionalizzare l’intero comparto attraverso una serie di interventi che prevedono un mix funzionale orientato alla residenzialità e alle funzioni a questa connesse.

  • L’edificio risale agli anni ‘30 e sorge in angolo tra via C. Cavour e via P. A. Micheli, al centro del quartiere del Maglio il cui impianto risale agli ultimi anni del Granducato. Costituito da cinque piani fuori terra, un seminterrato e un sottotetto, è stato occupato dall’Università degli Studi di Firenze fino al 2010. L’intervento si sostanzia nel recupero della maggior parte dell’edificio (una porzione è occupata da uno sportello bancario) attraverso l’insediamento della destinazione residenziale (quale elemento irrinunciabile di presidio del nucleo storico oggetto di trasformazioni tendenti a privilegiare l’accoglienza turistica) e della destinazione direzionale

  • Il complesso ubicato in via San Niccolò non presenta caratteri di unitarietà sia a livello di impianto tipologico che di elementi architettonici; esso è il risultato dell’aggregazione di corpi di fabbrica realizzati in tempi diversi con differenti originarie destinazioni d’uso. Di proprietà della A.S.P. Montedomini è stato alienato perché non più funzionale a svolgere in maniera adeguata l'accoglienza (centro diurno e residenza assistenziale per anziani e servizi di ospitalità giovanile). Pertanto la trasformazione prevede il recupero dell'immobile con l'inserimento della destinazione residenziale.

  • Il grande complesso immobiliare, corrispondente agli ex conventi di San Girolamo e San Francesco e di San Giorgio, le cui fondazioni risalgono rispettivamente al 1400 e al 1500, successivamente destinato dallo Stato Italiano a Caserma prima e a Scuola di Sanità Militare poi, di proprietà del Demanio Pubblico ubicato in costa San Giorgio, costituisce un elemento di grande rilevanza architettonica nel centro storico UNESCO. La complessità del manufatto e la sua particolare ubicazione non hanno consentito di operare, in fase di redazione del Regolamento Urbanistico, scelte previsionali che garantissero un adeguato recupero del bene di valore storico architettonico e il corretto insediamento di nuove destinazioni d’uso. A tal fine il Regolamento Urbanistico propone l'attivazione di un percorso concorsuale preliminare alla definizione delle nuove destinazioni d’uso. Il concorso internazionale, promosso dalla proprietà, ha designato un progetto vincitore che ha riguardato la redazione del Masterplan Urbanistico per il recupero e la rifunzionalizzazione del complesso. Obiettivo della proprietà era ricevere proposte per una riconversione a fini ricettivi della struttura, che ne valutassero la fattibilità urbanistica e l’impatto dal punto di vista urbano (mobilità, accessibilità, relazioni con il contesto, assi visivi), morfologico-funzionale (compatibilità degli spazi con i requisiti richiesti dai nuovi usi), tecnico ( impiantistica e restauro), paesaggistico (ridisegno degli spazi aperti) ed economico (business plan). Ulteriore elemento che è stato necessario tenere in considerazione è legato alla natura eccezionale dell’immobile, sottoposto a tutela da parte della Soprintendenza e collocato in un ambito su cui vige un vincolo paesaggistico: ciò ha comportato un’importante ricerca e analisi della documentazione storica esistente oltre all’elaborazione di un programma funzionale che ne permettesse una parziale fruizione pubblica.

    Concluso procedimento concorsuale, variante al RU in corso di istruttoria

  • Il recupero dell'edificio di proprietà Inarcassa, dismesso ormai da molto tempo, rimasto occupato dal novembre 2005 all’agosto 2011, già iniziato nel 2013 potrà essere completato con il mutamento di destinazione d'uso verso il direzionale privato, così come previsto nel Regolamento Urbanistico dopo la sottoscrizione della convenzione avvenuta in data 6 febbraio 2017.

  • L'edificio del teatro comunale si colloca all'interno di un tessuto consolidato di formazione otto -novecentesca ai margini del nucleo storico. I successivi rifacimenti, ristrutturazioni e ammodernamenti cui il teatro è stato sottoposto dall’origine ad oggi, ne fanno un organismo architettonicamente frammentario come rivela la disomogeneità dei fronti, che ha intasato buona parte dell’isolato. La realizzazione del nuovo teatro dell’opera ha permesso all’Amministrazione comunale di inserire l’immobile nel “Piano delle alienazioni e valorizzazioni 2012” (Deliberazione Consiglio Comunale 00056 del 15.10.2012). La complessità dell’intervento ed il delicato contesto in cui si inserisce ha condotto a verificare successivamente la sua fattibilità attraverso una serie di simulazioni. Queste ultime hanno messo in evidenza l’eccessiva superficie esistente di difficile riconversione, pertanto con Deliberazione Giunta Comunale 00086 del 26.03.2013 è stato stabilito di ridurre la superficie ricostruibile. Obiettivo dell’intervento è la realizzazione di un nuovo importante insediamento caratterizzato da un mix funzionale in grado di rivitalizzare l’intera zona.

    Il Piano di Recupero è stato approvato con DGC n. 2018/G/00708 del 31.12.2018 ed è efficace dal 23.01.2019.

    Si rimanda al seguenti link per la consultazione della deliberazione.

  • Il complesso immobiliare si compone di due edifici ed occupa la porzione centrale di un isolato della fascia di espansione ottocentesca situata tra via Masaccio e via G. Fattori. Realizzato nei primi anni ’60, è stato utilizzato dalla TETI (Società telefonica Tirrenia, poi Telecom) fino alla completa dismissione conseguente alla ristrutturazione aziendale degli anni ’90. L’immagine architettonica degli immobili si deve all’architetto Giovanni Michelucci, curatore del progetto dei prospetti e del grande spazio di rappresentanza interno (sala degli uffici aperti al pubblico). Trattandosi di immobile molto consistente in termini dimensionali è previsto l’insediamento di un mix di destinazioni d’uso residenziale, direzionale, turistico-ricettivo e commerciale.

  • Progetto di riqualificazione funzionale del complesso immobiliare denominato “Palazzo del Sonno” individuato dalla scheda AT 12.15 del Regolamento Urbanistico in base alla quale le destinazioni d’uso di progetto ammesse sono: turistico-ricettiva, direzionale, commerciale. La trasformazione del complesso prevede l’insediamento di un mix di destinazioni d’uso di cui la principale sarà quella di albergo (60%). Uno studentato occupa il resto del complesso ad eccezione di una parte del piano terra in cui è collocata un’attività commerciale. Il complesso si configura quindi come un nuovo polo per l’ospitalità declinata in due modi diversi: l’albergo aperto a tutti i tipi di clientela e lo studentato che invece offre accoglienza temporanea per soggiorni più o meno lunghi esclusivamente a studenti universitari. Il progetto prevede 280 camere di albergo e 112 camere per lo studentato.